Senza il permesso di cambiare

Lorella Zanardo ha acquisito legittima visibilità con Il corpo delle donne, forse la prima seria operazione culturale (al di là delle analisi libresche) sui media e sulla considerazione della figura della donna da essi proposta. Non è la passeggera denuncia dei troppi culi nudi televisivi – quella che ipocritamente, notizia inutile tra le notizie inutili, passa nei TG poco prima di mostrare i medesimi culi nudi. E’ una domanda su quale immagine del mondo arriva nei/dai media, TV in testa, e quale idea di democrazia ad essa si accompagni.

“Una democrazia non può esistere se non si mette sotto controllo la televisione , o più precisamente non può esistere a lungo fino a quando il potere della televisione non sarà pienamente scoperto. Dico così perché anche i nemici della democrazia non sono ancora del tutto consapevoli del potere della televisione. Ma quando si saranno resi conto fino in fondo di quello che possono fare la useranno in tutti i modi, anche nelle situazioni più pericolose. Ma allora sarà troppo tardi. ”
[Karl R. Popper,
Una patente per fare tv, in Karl R. Popper, John Condry, Cattiva maestra televisione, a cura di Francesco Erbani, I libri di Reset, 1994]

Sembravano le parole di “uno che grida nel deserto”, un vecchiaccio fuori dal mondo, come tutti i filosofi, esposto alle risa della servetta tracia di turno. O, nella migliore, la consueta critica del passatista che non vuole il rinnovamento. E invece no.
La citazione popperiana viene dal lavoro di approfondimento di una studentessa di quinta che, a partire dall’adagio di Saint-Exeupery “l’essenziale è invisibile agli occhi”, si è domandata come agiscano le immagini sul cervello. Scrive: «Il problema non risiede in che cosa la gente guarda ma nel fatto che la guarda. La soluzione deve trovarsi nel come guardiamo. Abbiamo bisogno della libertà negli occhi, della verità nell’informazione , ma soprattutto dell’atteggiamento critico nei confronti di ciò a cui ci troviamo di fronte».

L’intelligenza si è “televisionizzata”. E non si legga in questo una ulteriore lagna dell’insegnante retrivo legato a doppio filo al libro stampato. Non è una lamentela, ma la descrizione di un dato di fatto: che cioè l’immaginazione puntuale di un evento, trasmessa da un’immagine in movimento – l’intuizione, direbbe Hegel – ha preso il sopravvento sulla decifrazione dell’evento stesso, sul concetto. Guardo e se mi piace accetto, mi dispongo a capire, attivo una critica (se sono in grado). Se ciò che mi è posto di fronte attira la mia intuizione, esso passa. Se no, rifiuto. Gli insegnanti non possono non tenerne conto, e non basta la LIM a rinnovare la trasmissione del sapere.

Queste e altre riflessioni percorrono il nuovo progetto della Zanardo, di cui sotto riporto un estratto. La giornalista, blogger del Fatto Quotidiano, sta moltiplicando gli interventi nelle scuole d’Italia, a partire dal Corpo delle Donne, ma per andare oltre. E si accorge che c’è voglia di parlare di come l’immagine dei/nei giovani sia distorta, di come l’immagine del futuro sia occupata e di come tutto questo c’entri con la televisione. Di come il cambiamento non possa che passare dando – di fatto e non retoricamente – la parola ai ragazzi.

la scuola necessita di concetti

Un appuntamento che solo apparentemente è per “addetti al lavori”. Mentre molte scuole ribollono (?) di conati di protesta – si, bisognerebbe parlarne – non deve cadere l’attenzione sull’unica vera radicale riforma della scuola, quella del modo di frequentare la relazione insegnamento/apprendimento.
Nell’immagine, l’occasione di parlarne per la filosofia, a partire da questo libro.
Di cui per altro già si discute QUI e QUI.

Pensare alla scuola: questo mi sembra anche l’invito di Benedetto Vertecchi, in questa intervista.

Rule

(traduzione – Grazie Barbara!)

1. Trova un luogo di cui ti fidi e fidati di esso per un po’.
2. Doveri generali di uno studente: trai il massimo dal tuo insegnante. Trai il massimo dai tuoi compagni.
3. Doveri generali di un insegnante: trai il massimo dai tuoi studenti.
4. Considera ogni cosa come se fosse un esperimento.
5. Auto-disciplinati. Questo significa trovare qualcuno di saggio o sveglio e scegliere di seguirlo. Essere disciplinati è seguire bene. Essere auto-disciplinati è seguire meglio.
6. Niente è un errore. Non ci sono né vittoria né fallimento. C’è solo il fare.
7. L’unica regola è il lavoro. Se lavori ciò condurrà a qualcosa. Sono le persone che lavorano tutto il tempo che alla fine afferrano le cose.
8. Non provare a creare ed analizzare nello stesso momento. Sono processi differenti.
9. Sii felice ogni volta che puoi riuscirci. Divertiti: è più facile di quello che pensi.
10. “Stiamo infrangendo tutte le regole. Persino le nostre. E come lo facciamo? Lasciando un sacco di spazio per un tot di quantità” John Cage.

Avvisi utili: stai sempre con gli occhi aperti. Vieni e va verso ogni cosa. Frequenta sempre le lezioni. Leggi qualsiasi cosa ti passi sottomano. Guarda film spesso e attentamente. Conserva tutto: potrebbe tornare utile in futuro.
Dovrebbero esserci nuove regole la prossima settimana.

sir Ken Robinson #1.1

Agli albori del blog proposi la versione inglese (QUI).
Ora Changing Paradigm è stato tradotto in italiano:

Edit: si tratta di un contributo cha ha quasi quindici anni. Ora, non solo è ancora valido, ma è ormai acquisizione interiorizzata da parte de* student* (marzo 23)