“Dietro l’angolo ci sono, per noi adulti, le solite cose, nel solito ordine: c’è il fruttivendolo, magari, e dopo il cartolaio, e dopo una banca. Ma forse oggi, così pensa il bambino la mattina, camminando le botteghe di sono scambiate di posto, e in mezzo è nata una strepitosa gelateria. Sarebbe una bella sorpresa, ma non bisogna dirlo ai grandi.
Niente sconcerta realmente la mente infantile; tutto invece l’attira, tutto è fonte di lieta eccitazione, e tutto è sempre possibile. Il realismo più brutale la abita, ma insieme convivono in lei le dimensioni della magia, dell’assolutamente irreale eppure possibile, del fiabesco e del mitologico, della pura estasi per l’altrove…”
(A. Arslan, Luoghi dell’Infinito n. 169, I 2013)
“Dietro l’angolo ci sono, per noi adulti, le solite cose, nel solito ordine: c’è il fruttivendolo, magari, e dopo il cartolaio, e dopo una banca. Ma forse oggi, così pensa il bambino la mattina, camminando le botteghe di sono scambiate di posto, e in mezzo è nata una strepitosa gelateria. Sarebbe una bella sorpresa, ma non bisogna dirlo ai grandi.
Niente sconcerta realmente la mente infantile; tutto invece l’attira, tutto è fonte di lieta eccitazione, e tutto è sempre possibile. Il realismo più brutale la abita, ma insieme convivono in lei le dimensioni della magia, dell’assolutamente irreale eppure possibile, del fiabesco e del mitologico, della pura estasi per l’altrove…”
(A. Arslan, Luoghi dell’Infinito n. 169, I 2013)